24 dicembre, 2005

 

La dittatura è finita, ora serve un rivoluzionario (liberale)

Fazio è stato davvero un duce. E la sua dittatura, come quasi tutte le altre, è finita con l’assedio al Palazzo ("Palacio de la Moneda"?) e qualche colpo di mitra. E' stato costretto all’esilio per aver contribuito con il suo operato ad abbassare il tasso di legalità del paese, danneggiandone l’immagine internazionale. Lo sostiene Penati sulla "Voce", un sito economico dietro cui ci sono Spaventa ed altri esponenti dell'economia liberale e liberista del versante di Sinistra. E dice anche altre cose condivisibili, che cerchiamo di restringere in sintesi.
Con Fazio se ne va il simbolo di un'economia malata e "amicale" che ha privilegiato le relazioni interpersonali rispetto alle forze del mercato, la più sfacciata discrezionalità sulla trasparenza delle regole, il dirigismo sulla concorrenza, e che ha usato il pretesto della difesa dell’italianità per proteggere interessi costituiti. Il sistema bancario è stato dunque gestito male e con il consenso di molti, come altri settori in Italia: dall’Università alla Rai. Mentre ci sarebbe da riordinare l’intero sistema bancario, frammentato e affetto da nanismo, con banche che ormai fanno solo lucrosa vendita al dettaglio di prodotti a caro prezzo (alte commissioni) a danno dei consumatori. Senza contare poi tutto il contorto e corrotto intreccio banche-imprese-politica.
La rimozione di Fazio perciò può essere l’occasione per dare uno scossone a favore della concorrenza, del merito e del mercato libero a tutto il Paese. Con notevoli risparmi, tra l'altro, anche per i cittadini. Ma solo se il nuovo Governatore avrà la volontà politica e la determinazione necessaria per superare il prevedibile fuoco di sbarramento di gran parte della classe politica e degli interessi costituiti. Ecco perché dovrà avere forte personalità ed essere un rivoluzionario. Un rivoluzionario liberale.
Solo un commento - per carità, a vostro sostegno - amici liberali dell'Unione: non dico i vostri colleghi, ma la base, la terribile "base" trinariciuta che vi ritrovate, insomma i vostri reazionari elettori, vi capiranno? A quanto ne sappiamo finora, no. E vediamo se direte queste belle cose anche in piena campagna elettorale, per esempio nelle sezioni di Livorno o del Mugello. Auguri. Noi, sia chiaro, saremo sempre dalla vostra parte. Almeno in economia.

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