20 febbraio, 2006

 

Liberali preoccupati. "E' questa la gente che dovrebbe governarci?"

Una sola concorrenza sembra funzionare in Italia: quella delle stupidaggini e delle prese di posizione sbagliate. Alle volte i due poli sembra che facciano a gara. Alle elezioni di aprile vincerà non chi non ne avrà fatte, ma chi ne avrà fatte di meno, o meno gravi. Non si fa in tempo a lamentare lo scarso liberalismo e la poca efficienza d’una parte, che l’altra fa addirittura molto peggio, torna all'anti-americanismo, all'anti-patriottismo, all'anti-semitismo. Nessuna meraviglia: sotto elezioni è il momento dell'orgogliosa affermazione delle "identità", sia pure le più squallide
I liberali di base sono perplessi e anche un po' scandalizzati. Ne è una prova l’accorata lettera che Piero Mazza ci scrive testimoniando il proprio sconcerto per l'alternativa che si prepara in Italia. Fino a ieri, credeva di poter fare una certa scelta, sia pure sofferta, ma ora?
"Sono veramente in crisi", scrive Mazza. "Dopo la solenne delusione causata dal lungo governo Berlusconi (idee magari potenzialmente buone, ma realizzate in modo superficiale e inconcludente), veramente non saprei a chi dare la preferenza quando verrò chiamato a compiere il mio dovere di cittadino. Provare a cambiare e votare per la coalizione di Centro-sinistra? Non più! Sono rimasto troppo scioccato da quel che ho visto oggi, 18 febbraio, al Tg delle 20:30. Un corteo di estrema sinistra, capeggiato da loschi personaggi come Rizzo e Diliberto, che, col pugno alzato, gridavano vergognosi slogan contro l'America ("Mille Nassirya!"), contro Israele, e a favore - manco a dirlo - di una Palestina libera e indipendente. "Libera e indipendente" con i rappresentanti dei terroristi di Hamas al governo? Personaggi che sarebbero felici di vedere intestata una via o una piazza a Yasser Arafat, un terrorista che per tanti anni è stato l'unico vero impedimento all'agognata pace in Medio Oriente. Sarebbe dunque questa la gente candidata a governarci prossimamente? È scandaloso, davvero: scandaloso! Piero Mazza, Milano".
Caro amico, capisco e condivido il "grido di dolore". Però lei che è ormai uno dei nostri, visto che le arriva da mesi la News-letter Salon Voltaire, avrà imparato a conoscermi meglio di quelli che leggono questo nuovo sito dallo stesso nome. Amo i paradossi e le rispondo: "per fortuna". Come fanno i cani o gli scemi di paese? Danno in escandescenze quando tutt'intorno percepiscono agitazione. E così avviene in politica. Per fortuna i "cretini politici" - una specie a sè, irrecuperabile, numerosissima in Italia - si svegliano dal proprio torpore catatonico proprio quando avvertono nell'aria quella speciale elettricità che precede le elezioni. Sono ottusi? E meno male. Anzi, loro sono convinti di essere furbi, pensi un po'. Credono, con queste mascalzonate, con questi apparenti "errori", di fare il pieno dei propri votanti. Ma sono voti già acquisiti dal loro schieramento. Solo che dopo un corteo del genere i voti della sinistra estrema si redistribuiranno in modo diverso tra i partiti.
E riguardo ai voti esterni, che accade, invece? Che disgustando ancor di più gli incerti, questi gratuiti estremisti spacciati per "emotivi" o "spontanei", finiscono per mettere sull'avviso solo gli estranei, i voti in libera uscita, i progressisti democratici che si illudevano magari di aver individuato un'alternativa al poco o punto liberalismo, all'eccessivo conservatorismo democristiano del Centro-destra, e si preparavano magari a confluire. Macché, loro glielo impediscono, non vogliono annacquamenti, contaminazioni. Esigono la purezza islamica della base elettorale, un'identità etno-antropologica certa, da opporre poi al tavolo dei negoziati coi Ds e con tutta l'Unione. Insomma un deterrente. Giochi politici interni, caro amico. Che nessuno ammetterà mai. Chiamiamola "pulizia etnica" del voto.
E poi, da liberale, sa qual è lo sfregio che più mi ha dato fastidio? Che proprio lungo la romana via Cavour, bella e larga arteria costruita dai liberali piemontesi, i mascalzoni (per citare l'invettiva del liberale Antonio Martino) hanno urlato di voler sostituire al nome dell'unificatore dell'Italia quello del manigoldo Arraffat, che non solo organizzava attentati contro Israele facendo l'agnellino (e truffando pure quegli ingenui del premio Nobel), ma ha anche diviso e derubato il suo stesso popolo. Ma, a differenza del grande Cavour, lui solo perché è morto comincia a fare del bene ai suoi.

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