27 febbraio, 2006

 

Un episodio divertente: l'antica maestria del "guanto di velluto"

"Sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire". L’errore di Manzoni è stato mettere questa frase in bocca al Conte zio di don Rodrigo, e non ad un monsignore o cardinale, come sarebbe stato più efficace nella psicologia dei personaggi. Un ritaglio su un piccolo episodio, un aneddoto minore, che ci fa sorridere di nostalgia. Fa venire in mente questa frase manzoniana che noi sappiamo, invece, essere tipica della Chiesa e dei partiti-chiesa. Perché, come tutti i piccoli eventi della vita quotidiana, spiega ambiente, persone e metodi, meglio di saggi seriosi. E che ricorda tanto le vecchie scuole delle suore o dei preti, dove si usava con maestria unica la "mano di ferro in guanto di velluto", o le sezioni del vecchio Pci, quando i compagni non sapevano più che cosa era la nuova Cosa, diciamo dopo Berlinguer. Molto divertente. Basta mettere, al posto del drappello di provocatori gay, studenti contestatori, preti eretici, o la solita fazione dissidente. Ammirate la straordinaria abilità nel neutralizzare in modo incruento il gruppetto di sprovveduti rompiscatole. Eh, la tradizione del Potere cattolico non è acqua, ragazzi.
"Ci hanno discriminato nella Pontificia Università Lateranense impedendoci di intervenire a un dibattito sull’omosessualità e di controbattere alle affermazioni dei relatori", hanno denunciato al Corriere della sera una decina di gay, lesbiche e trans aderenti al coordinamento "Facciamo breccia", movimento impegnato a sostegno della laicità delle istituzioni [Grazie, amici, per la citazione liberale e laica della "Breccia di Porta Pia", cioè il celebre buco nelle mura papaline. Però, tra tutte le immagini liberali siete andati a trovare proprio questa... Consentitecelo: sembra che le battute dei tipacci alla Storace ve le cerchiate... NdR] "Volevamo partecipare pacificamente all’unico dibattito aperto al pubblico nell’ambito di una cinque giorni seminariale su "La questione omosessuale: psicologia, diritto e verità dell’amore" - spiega Maria Ornella Serpa - ma ci hanno impedito di entrare nel salone dove stava per iniziare l’incontro e ci hanno rinchiusi in una sala secondaria collegata via audio con la scusa che non c’era posto".
"Al termine delle relazioni "tutte dal contenuto omofobico - continua Serpa - volevamo intervenire al dibattito, ma ci è stato imposto di scrivere le nostre domande con la promessa che i relatori avrebbero risposto. Ma nessun nostro quesito ha raggiunto i relatori...". Il gruppo di omosessuali ha iniziato a lamentarsi, raccontano sempre i militanti, ma "uomini della vigilanza interna all’ateneo ci hanno strappato dai vestiti gli adesivi con su scritto "sono gay" e "sono lesbica"". Quando gli omosessuali hanno provato a protestare, sono subito intervenuti agenti di polizia del Commissariato Esquilino che li hanno identificati e poi lasciati andare. "Così nel frattempo il convegno era finito - aggiunge Serpa - e allora ci hanno invitato a uscire". Inutile ieri ogni tentativo di chiedere repliche alla Pontificia Università Lateranense: gli uffici sono aperti dal lunedì al venerdì".

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