23 aprile, 2007

 

Dalla coppia al partouze. Nasce un partito “democratico”, ma quanto ci costa?

I partiti politici possono nascere o fondersi a tavolino? I precedenti nefasti dei socialisti degli anni 60, e quelli deludenti di radicali e socialisti dell'anno scorso, inducono come minimo ad una certa cautela. E si può decidere a priori, senza ancora averlo visto sul campo, quando anzi l'esperienza passata dice il contrario (come per tutti i partiti, del resto), che il neonato non prenderà i tratti dei suoi brutti genitori, e sarà invece necessariamente bello, alto, robusto, con gli occhi azzurri, laico, progressista, insomma davvero "democratico"?
L'unione dei molti cattolici (alcuni integralisti e molto conservatori) e di pochi laici (qualcuno molto laico e liberale) che già era difficile nella Margherita, sarà più facile solo perché vi si aggiungono socialisti, post-comunisti e "indipendenti di Sinistra", per di più già ora uno contro l'altro? Eh, a saperlo...
Però, ammettiamolo, è una bella pensata: quando due non vanno d'accordo, che fanno? Allargano il menage, formano un terzetto. Non è così, voi dite? Va bene, allora è quella riverniciatura di moderno e presentabile che i DS invano avevano cercato di darsi da soli. Ma che ora, forse, obbligati dall'unione con la Margherita, cioè con un'altra coppia in crisi... forse, chissà, riusciranno a darsi. Ma - fatemi capire - per quale motivo psicologico, per quale "meccanismo d'azione", un folto gruppo di separati, divorziati, scapoloni e zitelle, che non è neanche riuscito a sposarsi o a convivere felicemente, dovrebbe all'improvviso vivere more uxorio in un menage di gruppo? Voi dite che l'ammucchiata avrà successo laddove le coppie regolari hanno fallito, proprio per la varietà, la globalizzazione, le - diciamo così - molteplici sinergie in camera da letto? Io dico che, come tutte le orge che si rispettino, anche questo partouze riuscirà.solo se il Partito Democratico, al contrario, saprà trovare un ristretto numero di temi comuni sottoscritto da tutti i suoi componenti. Ma se nascerà, invece, annacquato, anodino, generico, ambiguo, fautore di "tutto e il contrario di tutto", insomma il solito vago partito elettorale all'italiana, tipo una FI di sinistra, fallirà. (Nico Valerio)
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"Caro Nico - mi scrive l'amico Pietro Mazza da Milano - è un po’ che non ci sentiamo, ma ogni tanto devo farmi vivo quando non so con chi sfogarmi (e per non lasciarmi sopraffare dalla rabbia!).
Forse sbaglio nel mio modo di vedere, ma alcune cose proprio non riesco a digerirle.
Ho visto ieri in tv (la dannata tv) il povero Fassino in lacrime al termine dei (pesantissimi!) lavori atti a creare un nuovo partito dalle ceneri dell’Ulivo e della Margherita. Ora, già il nome (Partito Democratico) mi crea un forte imbarazzo: solo loro sono “democratici”? AN e Forza Italia no? Sta’ pur certo che se questi ultimi sono considerati ottusi e illiberali, lo sono anche gli altri, dal momento che hanno sempre fatto le stesse identiche cose!
Ma sorvoliamo, al momento, sulla semantica.
Il problema è che ampliare un appartamento, allestendolo con nuova tappezzeria e nuovi infissi, è cosa che non interessa gli Italiani, se poi questo è abitato dalle stesse persone di prima.
Mi piacerebbe tanto sapere quali sono stati i costi - ovviamente per noi contribuenti - di questa settimana di appassionati dibattiti, volti più che altro a parlare del sesso degli angeli, quando l’Italia sembra languire sempre più in un pozzo di disperazione senza fine.
Ma è questo lo scopo per cui manteniamo gli strapagati deputati in Parlamento?
Ciao
PIERO MAZZA - Milano

21 aprile, 2007

 

Il professore: “Ma che ci fanno i Radicali al Governo? Non se li fila nessuno”

La crisi della Rosa nel Pugno, derubricata a "utile esperienza" buona anche quando - e se - si farà la Riunificazione Socialista, secondo la formula escogitata da Boselli, non sembra essere presa sul serio dagli amici Radicali. Il fantasioso Marco Pannella, che per la prima volta "era andato per suonarle e si è ritrovato suonato", ora si rifiuta di ammettere la sconfitta, perché da bocciato si ritrova solo "rimandato a ottobre", cioè alle calende greche della riunificazione socialista.
Anche perché trarne politicamente le conseguenze significherebbero porre in gioco la presenza nel Governo di Emma Bonino e di Daniele Capezzone, che stanno facendo molto e bene, specialmente quest'ultimo. Tanto bene, che se anche il bilancio dell'azione dei Radicali al Governo consistesse solo nella geniale invenzione del tavolo dei "volenterosi", nell'ottima gestione della Commissione per le Attività Produttive della Camera, e nella rivitalizzazione del Commercio Estero, be', per me sarebbe un bilancio in attivo.
Ciò detto, ospito volentieri il "diverso parere", o meglio il parere più severo e tranchant dell'amico S., docente dell'Università di Roma II, che come in passato chiameremo "il professore". Secondo lui, certificata la fine della vitalità autonoma dell'organismo politico creato da SDI e Radicali, una volta appurato che è tenuto in vita solo in modo artificiale da un respiratore computerizzato, tanto varrebbe decidere la fine dell'accanimento terapeutico e restituire alla RnP-Welby la dignità dovuta, almeno nel momento del trapasso.
Io, personalmente, ho già scritto nel penultimo articolo un vero appello a Marco Pannella perché si faccia attore o suscitatore, semmai, d'un'altra operazione: la riunificazione dei Liberali.
Ma confesso che gli intenti erano paradossali e provocatori, perché so bene che Marco diffida dei Liberali, che ha conosciuto bene, del loro spaccare il capello in quattro, del loro individualismo sfrenato, della loro litigiosità autolesionistica. Ed ha ragione, lo ammetto. Il fatto è che Pannella, pur essendo un liberale Doc, trova più punti d'incontro tematici e di spirito (di mood) con i socialisti. L'amico "Professore" non tiene conto di queste differenze psicologiche, e quello che per me era solo una provocazione, una proposta in contro-tendenza, diventa ora nel parere autonomo dell'amico docente, che riporto qui di seguito, una proposta seria, o meglio espressa come realistica.
La politica, ahimé, caro amico professore, non è pura attività razionale, matematica e galileiana con i suoi numeri, ma "arte del possibile", incontro di simpatie e antipatie, possibilità pratiche sì, ma solo con "chi ci sta". Finora il gioco politico ha allontanato Marco dai Liberali, mentre lo ha avvicinato ai Socialisti, questa è la realtà. Che ha anche dei precedenti storici importanti (il liberal-socialismo di alcuni fondatori). Nonostante che la razionalità vorrebbe oggi Marco, a socialismo morto, alleato naturale dei Liberali, anzi uno dei loro leaders (ma per me l'unico leader adatto e vincente per la bisogna sarebbe Daniele Capezzone: ne riparleremo quando il Coordinamento dei Liberali Italiani sarà più numeroso e maturo...). Così va il mondo. Ma ecco il parere dell'amico professore. (Nico Valerio)
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Spesso nella vita occorre scegliere non fra il bene ed il male, ma tra il danno minore e quello maggiore. I radicali, nella loro maggioranza, hanno ritenuto di unirsi allo SDI nella Rosa nel Pugno, ritenendo di poter condizionare il governo Prodi sul piano della laicita' dello Stato, dell'economia di mercato, sulla meritocrazia e sulla fedelta' alle alleanze internazionali.
Come si puo' notare, ho indicato al primo punto la laicita' dello Stato, perche' ritengo (credo non a torto!) che "l'eccessivo odore di sagrestia" che si percepisce nel CD sia stata la molla principale a spingere i radicali (o meglio gran parte di essi) ad optare per il CS.
Il punto e', cari amici, che su tutto il resto la RNP non conta nulla nel CS. La politica estera e' sotto gli occhi di tutti, l'ingiustizia fiscale, o meglio l'oppressione fiscale sui "soliti noti", e' aumentata anziche' diminuire, gli investimenti in ricerca ed innovazione sono stati tagliati per mantenere un assurdo ed immorale sistema pensionistico a favore di baldi cinquantasettenni (per lo piu' impiegati, si badi bene!) che ormai costituiscono la maggioranza degli iscritti ai sindacati confederali, ed in particolare nella CGIL. Potrei continuare, parlando di banche ed affari, dove il conflitto di interessi di Berlusconi, pur palese, viene sopravanzato di molte lunghezze da quelli che io chiamo i "luogotenenti della Grande Finanza", tutti schierati con il CS.
Si formi, allora, un Partito Liberale, si cerchi di aggregare tutti coloro che realmente hanno un animo libertario (e sono tanti in Italia!), ma, per carita', via dall'alleanza con lo SDI, guidato da un leader mediocre che,oltre a non avere alcuno spessore politico, persevera nel sempiterno errore di mantenersi succube dei post-comunisti.
IL PROFESSORE

17 aprile, 2007

 

“Tu vuo’ fa’ l’americano”. Benissimo, ma perché raccomandi amici e parenti?

Abbiamo la nausea d'una certa Italia dalla doppia morale. In cui ci sono tutti. Cattolici ultrà che "difendono la famiglia" e hanno due famiglie, comunisti amanti del lusso e delle ricchezze, liberali autoritarissimi e prepotenti dentro il proprio partito, e così via. Ora abbiamo anche il partito degli "americani" che però si comportano come in Libano o in San Salvador.
Un certo italianissimo demi monde politico (trad. it.: parlamentari, portaborse, cronisti "amici", addetti alle segreterie, burocrati legati alla politica, mezzecalzette in genere) è solito riempirsi la bocca di Stati Uniti e America, ma poi all'atto pratico raccomanda mogli, figli, amici, industriali della propria "cordata" politica, e così via. Solo pochi esempi bastano, perché la realtà disgustosa è sotto gli occhi di tutti, come riferisce Gerardo Mazziotti:
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"Il Presidente della Banca Mondiale Paul Wolfowitz è sotto accusa, e se ne chiedono le dimissioni, per avere deciso di aumentare di 70mila dollari lo stipendio della sua compagna Shara Riza, portandolo a 200mila dollari l’anno. Pari allo stipendio del Segretario di Stato Condy Rice e superiore a quello di 150mila dollari l’anno dei parlamentari degli USA. Chissà cosa direbbero gli scandalizzati e indignati americani se sapessero che il Governatore della Campania Antonio Bassolino, il Segretario DS Piero Fassino e l’ex ministro Franco Bassanini hanno deciso, nell’aprile dell’anno scorso, di fare eleggere al Parlamento con uno stipendio annuo di oltre 250mila euro, pari, al cambio ufficiale di 1,34 dollari per euro, a oltre 335mila dollari l’anno,le loro compagne Anna Carloni, Anna Serafini e Linda Lanzillotta ( chiamata a fare la ministra per i rapporti con le regioni nel governo Prodi). Stipendiate, manco a dirlo, a carico del contribuente italiano.Se avessimo lo stesso rispetto degli americani per il pubblico denaro dovremmo chiedere anche noi le dimissioni di Bassolino e di Fassino e l’allontanamento dalla politica del prof. Bassanini. O no?"

16 aprile, 2007

 

Appello a Pannella. Lascia i socialisti e fa’ il leader di tutti i Liberali Italiani

Caro Marco, a differenza di molti io non confondo tra carattere e personalità: è con quest'ultima che tu hai fatto molto, e molto puoi ancora fare per la politica italiana. Anche se in te la psicopolitica, chiamiamola così (per dirla col comune amico Gigi De Marchi), ha il suo peso. Perciò ti riconosco lungimiranza e genialità quando pensi in grande e per il futuro, quando disegni scenari affascinanti e creativi (ma realistici, intendiamoci). Ammetto che hai sbagliato, invece, quando hai usato la tua forza psicologica per punire "l'errore" di qualche compagno radicale troppo geniale e individualista, come Daniele Capezzone.
Che nessun errore aveva commesso.
Anzi, scusa, sarò l'unico a dirlo tra le centinaia di commenti ad hoc sul Congresso SDI, ma è da lì, dall'eresia capezzoniana, non dalla RnP, che devi ripartire per ottenere quel successo che meriti, che meritiamo.
Non lo vedi che 'sti socialisti "portano male"? E' da una vita che gli stai dietro. Dai tempi di Calogero. Il fantasma di Don Benedetto, tuo conterraneo, ti perseguita, sotto forma di ircocervo. Lasciali stare: sono nati perdenti. A loro piace la "politique politicienne". Ma dopo il muro di Berlino hanno cominciato a morire anche loro. Il Socialismo è morto e sepolto. E se sono davvero liberal-socialisti come dicono, allora vuol dire che sono semplicemente Liberali.
Lo so che tu da fantasioso realista vincente preferisci fare politica con i partiti già presenti, realizzati. Ma è un errore, perché questo Parlamento non rappresenta minimamente la società. E tu lo sai. In Italia i Liberali sono molti sociologicamente, molto più dei socialisti. Disorganizzati, atomizzati, uno contro l'altro, oppure solo individui e "meta-politici" (metapolitico lo sono un po' anche io), insomma non abituati a farsi sentire, meno rumorosi e mistificatori dei socialisti, che urlano in 3 per sembrare 100, ma contano. Vari sondaggi su domande concrete da cui era stata espunta appositamente la troppo seducente parola "liberale", li danno al 30% e oltre.
Tu dovresti essere il loro, il nostro Leader carismatico, l'eroe eponimo, il padre nobile, il Catone onesto e burbero che sprona. La pattuglia radicale, capitanata dai giovani consoli "fratelli-coltelli" Daniele e Cappato, sarebbe un'ottima avanguardia per quei pigroni, per i professionisti e le casalinghe, per i nuovi liberali che da ex comunisti o ex socialisti o ex fascisti hanno scoperto il liberalismo.
E' lì che devi andare, altro che le vecchie volpi spelacchiate SDI. Che figùrati se i DS lasceranno crescere come spina al loro fianco... Lo so che con i socialisti, già politicizzati in modo professionale, è più facile il dialogo, ma tu devi cercare nuovi spazi antropologici e sociologici, devi indire qualla Rifondazione liberale che io ho definito Stati Generali dei Liberali Italiani (ho inventato anche un coordinamento, per ora sottoscritto da una decina di Gruppi minori, su cui tengo al corrente l'amica Rita e l'amico Daniele.
Ricordati, Marco, tu vincerai, noi vinceremo, solo quando ti farai (vi farete, ci faremo) avanguardia attiva dei Liberali, non dei Socialisti. E che la contrapposizione non ti faccia capire che per me i liberali devono essere i soliti moderati o conservatori... Tutt'altro. Ma hanno bisogno di essere galvanizzati, sono un patrimonio che rischia di trasformarsi in massa "non votante". O vuoi lasciarli agli imbrogli berlusconiani?
D'altra parte, fammelo dire in chiusura, che socialisti sono ormai i Socialisti? A sentirli parlare sembrano dei liberali. E allora, tanto vale andare all'originale. Con la differenza che noi Liberali, ovviamente comprendendo quella che io considero l'elite, cioè i Radicali, siamo molti di più. Pensaci.
Ma non pensare ai quattro sfigati più o meno liberali che stanno in Parlamento: questo benedetto 30% te lo devi andare a cercare nella società, tavolino dopo tavolino, firma dopo firma, trasmissione dopo trasmissione. Tra club, associazioni, studi professionali, circoli, centri culturali. Sono migliaia.
Se tu, noi, facessimo un Grande Appello, come fece Berlusconi nel 94, meglio se con le due facce giovani e determinate che ho detto, in primo piano, la grande Leva liberale avrebbe un successo strepitoso. Verrebbero anche le casalinghe, gli studenti e i pensionati. Un super-terzo polo, il vero ago della bilancia. Ma prima dovrai spiegargli bene che cosa vuol dire Liberalismo, perché non lo sanno, e nessuno glielo spiega mai: sono solo dei Liberali istintivi, naturali e poco politicizzati. Cercano un leader e non lo trovano. Avrai questa pazienza?
NICO VALERIO

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